Bilancio Ue, più spazio a industria e
di Margherita Ceci 18 luglio 2025 La coesione viene unita alle politiche agricole, marittime e sociali nella proposta del nuovo bilancio pluriennale europeo 2028–2034. La coesione viene unita alle politiche agricole, marittime e sociali nella proposta del nuovo bilancio pluriennale europeo 2028–2034. Uno strumento da 409 miliardi di euro, destinato a finanziare direttamente – e centralmente – l’innovazione industriale europea, nei settori chiave come il digitale, la difesa, le biotecnologie e l’energia.
Ad ereditare la parte di innovazione scientifica e di ricerca dei vecchi fondi frammentati sarà il programma Horizon Europe, che passa da 95 a 200 miliardi e completa il fondo competitività. E la coesione, che dagli anni ’90 rappresenta il pilastro delle politiche comunitarie? Nel documento – che ha ufficialmente iniziato il suo iter negoziale tra Parlamento e Consiglio – si propone di racchiudere i 14 strumenti di investimento territoriale sotto un unico cappello costituito dai «Piani di partenariato nazionali e regionali».
È questo il timore che attraversa le Regioni. Sulla scrivania della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, erano infatti già arrivate, per opporsi alla riforma, una nota firmata da 149 regioni europee e una lettera di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, mandata dopo la Conferenza Stato-Regioni del 10 luglio.
Un’azione, secondo la Commissione che l’ha presentata mercoledì 16 luglio, finalizzata ad aumentare «le sinergie tra le politiche attuali a sostegno delle priorità europee». Un’azione, secondo la Commissione che l’ha presentata mercoledì 16 luglio, finalizzata ad aumentare «le sinergie tra le politiche attuali a sostegno delle priorità europee». L’obiettivo è duplice: costruire l’autonomia industriale dell’Unione in un contesto di competizione globale e superare la frammentazione dei fondi esistenti.
Il Sole 24 Ore con 30% di sconto Insomma, si tratta di dare una spinta, forte e sostenuta, all’industria, «affinché l’Europa garantisca le catene di approvvigionamento, rafforzi l’innovazione e guidi la corsa mondiale a tecnologie pulite e intelligenti». Ridimensionata a beneficio della competitività. La dotazione complessiva è di 865 miliardi di euro (sui 2mila miliardi totali) «per la coesione economica, sociale e territoriale, l’agricoltura e il mondo rurale, la pesca e il mare, la prosperità e la sicurezza».
Una riforma ambiziosa, che punta a snellire la macchina dei fondi strutturali, ma che sembra accentrare il processo decisionale depotenziando il ruolo dei territori. In seguito al 16 luglio, il Parlamento – che avrà l’ultima parola sull’approvazione del bilancio – ha poi avvertito come «spingere i programmi di successo in mega-fondi ombrello rischi di compromettere politiche collaudate che hanno dato risultati concreti e migliorato il tenore di vita».
Ma che va letta con l’altra novità portata da questo bilancio: il Fondo europeo per la competitività. Ma che va letta con l’altra novità portata da questo bilancio: il Fondo europeo per la competitività. Il nuovo strumento accorperà infatti risorse finora sparse tra InvestEu, Digital Europe, Connecting Europe Facility, Chips Act e altri programmi minori che nell’insieme portavano risorse di circa 143 miliardi di euro, poco più di un terzo rispetto a quelle proposte per il periodo 2028-2034.
Tradotto: rendere l’Ue forte e indipendente, in un contesto di forte instabilità geo-politica in cui Stati Uniti e Cina detengono settori chiave come innovazione e tech. Un cambio di paradigma non da poco, che rispecchia forse il nuovo ruolo che l’Europa è chiamata a svolgere: Bruxelles punta a costruire campioni industriali, infrastrutture tecnologiche e leadership geopolitica.
Meno strutture, ma con il rischio di avere anche meno voce in capitolo. Le critiche non si sono fatte attendere: da ben prima della presentazione della proposta di bilancio, europarlamentari e governatori locali si erano opposti contro la centralizzazione dei fondi territoriali. E ha aggiunto come questa riforma potrebbe «indebolire il ruolo delle autorità regionali e locali nella gestione dei fondi, mettendo gli agricoltori contro le regioni o le regioni contro i governi nazionali».
Fonti originali:
– Bilancio Ue, più spazio a industria e competitività (https://www.ilsole24ore.com/art/ART_Coesione-AHJaAzmB)

